Perché a Moggio i Campionati Italiani Giovanili di corsa in montagna
Con l’organizzazione a Moggio Udinese di questa importante manifestazione sportiva, l’Amministrazione Comunale di Moggio ed il Gruppo Atletica Moggese A. S. D. hanno voluto ricordare degnamente il tragico sisma che aveva distrutto Moggio Udinese ed una buona parte del nostro Friuli a distanza di 30 anni dalla fatidica data del 6 Maggio 1976.
La F.I.D.A.L., Federazione Italiana di Atletica Leggera, con la concessione dei Campionati Italiani Giovanili di corsa in montagna, ha reso una tangibile testimonianza di merito alle popolazioni friulane, ai loro politici che seppero reagire positivamente all’immane sventura, ed anche ai numerosi volontari giunti da ogni parte d’Europa in soccorso della nostra gente.
Questo rilevante avvenimento sportivo è dedicato al 30° anniversario del terremoto. A tale scopo il presente opuscolo dedicherà alcuni spazi che documenteranno le varie vicissitudini del sisma. Nel nostro paese verrà inoltre allestita una mostra fotografica che metterà in luce le molteplici distruzioni delle nostre abitazioni e le confortevoli immagini di Moggio ricostruito. I moggesi Vi aspettano per accoglierVi calorosamente e con lo stesso spirito che accolsero trent’anni fa i loro numerosi soccorritori.
Saluto delle autorità
La Federazione ha aderito con slancio alla richiesta del Gruppo Atletica Moggese Ermolli di onorare con un grande evento il 30° anniversario del terremoto che sconvolse la regione e l’Italia intera, facendo tante vittime.
Il ricordo dell’immane tragedia si unisce a quello della forza d’animo, dell’impegno civile e della solidarietà che il Friuli Venezia Giulia dimostrò nella ricostruzione, diventando un modello per il nostro paese e per il mondo. E voglio sottolineare con orgoglio il contributo dato allora dal mondo dello sport organizzato, dalle società sportive e dall’atletica, in particolare.
L’assegnazione del Campionato Italiano Giovanile di Corsa in Montagna risponde, da una parte, alla popolarità di cui gode questa disciplina nella regione, legandosi così bene alle risorse ambientali e turistiche; d’altra parte, vuole essere un messaggio di speranza affidato alle nuove leve del nostro sport.
Credo, infatti, che nessuna parola possa esprimere meglio il nostro omaggio e la fiducia nel futuro di cui la regione ha dato e continua a dare prova, della partecipazione e della gioia di vivere di tanti ragazzi provenienti da ogni regione d’Italia.
Con questo sentimento, ringrazio anche a nome di tutta l’atletica italiana, gli amici dell’Atletica Moggese Ermolli, il Comitato e coloro che hanno dato sostegno alla riuscita di questo evento. Ai partecipanti, ai loro tecnici e alle società di appartenenza invio il saluto più caloroso, certo che sapranno essere all’altezza dei suoi valori sportivi, morali e sociali.
Francesco Arese
Presidente Nazionale della F.I.D.A.L.
Il 21 maggio 2006 avrà luogo a Moggio Udinese il Campionato Italiano Giovanile di Corsa in Montagna. L’aver ottenuto l’assegnazione è stato per noi una grande soddisfazione ed ha rappresentato il riconoscimento dei meriti che la nostra Regione ha guadagnato in tutti questi anni. Non è la prima volta che la Corsa in Montagna è protagonista di manifestazioni di alto livello in Regione. Ricordo un campionato italiano assoluto di staffetta a Tarvisio ed i Mondiali ad Arta Terme, questi ultimi solo qualche anno fa.
Ciò nulla toglie al merito che il G. A. Moggese Ermolli ha avuto nell’essere riuscita ad ottenere l’assegnazione dei Campionati Italiani Individuali Allievi e per Regioni Cadetti. L’occasione del 30° anniversario del terremoto, che aveva devastato tanta parte dell’Alto Friuli e della Carnia, porta un particolare significato alla manifestazione.
Vi sarà quindi anche l’occasione per i giovani partecipanti di vedere alcuni dei luoghi che maggiormente avevano sofferto e le eccezionali qualità delle nostre genti, capaci come nessun altro di riportare, nell’arco di trent’anni, i loro paesi all’originale bellezza architettonica.
Le premesse per un grande successo ci sono tutte. Sono sicuro che le giornate di Moggio rimarranno indelebilmente impresse nei ricordi di tutti, non solo per la parte agonistica, ma anche per tutte le manifestazioni di contorno che sono previste per l’occasione.
Un grazie particolare va, oltre che alla Società organizzatrice, al Sindaco del Comune ed all’intero Consiglio che hanno fortemente sostenuto la candidatura. Essi possono sicuramente contare sul l’entusiastico appoggio mio e dell’intero Consiglio Regionale.
Romano Isler
Presidente Regionale della F.I.D.A.L.
Per il 30° anniversario del terremoto sono molte le manifestazioni e le iniziative organizzate, tra esse un posto di spicco è occupato da questo importante evento sportivo di carattere nazionale.
Credo si tratti di un modo particolare per ricordare, che, con grande sensibilità, riesce a coniugare la memoria di quei tragici eventi con la speranza nel futuro, rappresentato dai giovani atleti che si cimenteranno sui percorsi moggesi.
Infatti questa ricorrenza non deve essere solo un’occasione per riandare con il pensiero ai difficili giorni del 1976, quanto soprattutto per offrire alle nuove generazioni un esempio cui rifarsi, dei valori concreti da prendere a esempio.
Il coraggio, la dedizione, la serietà, lo spirito di sacrificio, la voglia di ricominciare, tipici delle genti friulane, sono stati i fattori che hanno consentito la ricostruzione, e sono anche i mezzi che permettono di affermarsi nello sport.
Saluto dunque con vero piacere gli atleti che prendono parte al Campionato Italiano Individuale Giovanile di Corsa in montagna, organizzato in luoghi simbolici, che invitano a riflettere e a scoprire in se stessi capacità e volontà indispensabili per raggiungere i propri obiettivi.
Marzio Strassoldo
Presidente della Provincia di Udine
La strategia di promozione turistica del Friuli Venezia Giulia, coordinata e integrata, che ha nello slogan “Ospiti di Gente Unica” il proprio simbolo e la propria voce, ben si accorda con questo evento sportivo che coniuga importanti risorse e rappresenta un momento di attrazione del nostro territorio.
Un plauso alla capacità degli organizzatori, un ringraziamento a tutti i volontari che partecipano attivamente all’iniziativa, agli atleti e ai collaboratori sportivi che intervengono in questa giornata.
Un saluto infine a tutti i rappresentanti delle istituzioni pubbliche che saranno presenti alla manifestazione che rinnova l’importanza, non solo turistica della nostra Regione.
Enrico Bertossi
Assessore Regionale alle Attività Produttive
È un grande onore per il Comune di Moggio ospitare quest’anno il “Campionato Italiano Giovanile di Corsa in Montagna”. L’importante evento sportivo acquista una valenza e un significato del tutto particolari, in quanto si inserisce nel quadro delle manifestazioni organizzate per il 30° anniversario del terremoto.
Ancora una volta lo Sport, attraverso l’entusiasmante testimonianza di centinaia di giovani provenienti da tutta Italia, porterà un messaggio di vita, di gioia e di speranza.
Nulla di più appropriato e costruttivo nel sottolineare come i valori della serietà, dell’impegno, della perseveranza, che nei momenti difficili del terremoto ci hanno permesso di ritrovare la forza di rialzarci e ricominciare, sono gli stessi che consentono ai nostri giovani sportivi di trovare in se stessi le risorse per superare ogni difficoltà e raggiungere le mete più ambite.
Questo significativo appuntamento sportivo, per la sua notevole valenza socioculturale e per la sua complessità, sarà motivo di forte richiamo turistico per il paese di Moggio e importante occasione di incontro per tutti gli sportivi che vi parteciperanno.
Un ringraziamento veramente sentito al “Gruppo Atletica Moggese” non solo per la magistrale organizzazione di questa giornata, ma soprattutto per l’encomiabile opera che da anni svolge con grande tenacia e competenza in favore dei giovani che si cimentano in questa severa, ma piacevole disciplina sportiva. Un plauso e un ringraziamento ai giovani atleti, ai quali diamo il “benvenuto” e auguriamo tante soddisfazioni.
Ezio de Toni
Sindaco di Moggio Udinese
Ho appreso con vero piacere che la FIDAL ha assegnato il Campionato Italiano Individuale Giovanile di corsa in montagna al Gruppo Atletica Moggese – A.S.D., in occasione dell’anniversario del disastroso terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976
Certamente ricordare questi tristi momenti e nel contempo essere orgogliosi dell’avvenuta ricostruzione con una manifestazione sportiva è la scelta migliore che si potesse fare. È sicuramente un’occasione importante non solo per Moggio ma anche per tutto il Friuli e sono certo che questa gara resterà tra i ricordi più significativi dei partecipanti.
Queste manifestazioni sportive lasceranno anche a noi la dimostrazione di quanto sia importante promuovere lo sport perché la competizione, quando è fondata su sani principi di lealtà, di rispetto delle regole si realizza attraverso l’impegno di una volontà di perseveranza che ottiene risultati insperati.
Un sentito grazie a quanti saranno impegnati nell’organizzazione della manifestazione.
Enzo De Antoni
Presidente Provinciale del C.O.N.I.
Dal cuore delle montagne del Friuli V.G. cadute sotto il terremoto del 1976 e rinate grazie alla tenacia dei friulani ed alla solidarietà nazionale, giunga un messaggio di amicizia a tutti i partecipanti a questo campionato italiano.
Ai giovani atleti auguro che il traguardo di moggio udinese sia un ulteriore stimolo per amare e praticare l’atletica leggera per tutta la vita.
Luciano Baraldo
Consigliere nazionale della F.I.D.A.L.
Nella ricorrenza del trentesimo anniversario del terremoto del 1976, che aveva causato grandi lutti e devastato gran parte dei paesi del Friuli, Moggio Udinese ha voluto dedicare a ricordo di questo triste evento, una manifestazione sportiva di grande prestigio nazionale.
L’esuberante entusiasmo ed il sano agonismo profuso nella competizione podistica dai giovani atleti provenienti da tutte le Regioni Italiane, rappresenta la miglior testimonianza di riconoscenza e di affetto verso le popolazioni Friulane che hanno saputo caparbiamente risollevarsi e riprendere il cammino verso la rinascita del Friuli.
La popolazione Moggese è in trepidante attesa, per accoglierVi degnamente quali graditi ospiti, per far conoscere le bellezze del nostro paese e la proverbiale ospitalità della gente Friulana.
Edoardo Kravanja
Presidente Gruppo Atletica Moggese
Comitato organizzatore
Ringraziamenti
Per la prima volta nella sua storia, Moggio ospita una manifestazione sportiva a livello nazionale. L’organizzazione di questo importante avvenimento sportivo si è potuta realizzare grazie alla preziosa e determinante collaborazione di numerosi enti, associazioni, ditte, volontari ed appassionati sostenitori. Il comitato organizzatore rivolge un caloroso ringraziamento a tutti i nostri collaboratori e a tutti coloro che, con la loro presenza, onoreranno i prossimi Campionati Italiani di corsa in montagna.
Regolamento
- La F.I.D.A.L., il Comune di Moggio Udinese, il Gruppo Atletica Moggese – A.S.D. e l’Unione Sportiva Mario Tosi organizzano i Campionati Italiani Individuali e di Società di corsa in montagna Allievi/e; Individuali, di Società e per Regioni Cadetti/e; gara nazionale per Ragazzi/e ed Esordienti M/F.
- Le iscrizioni devono pervenire entro le ore 20.00 di giovedì 18 maggio 2006 presso il GRUPPO ATLETICA MOGGESE ASD Via G. Ermolli, 34 – 33015 MOGGIO UDINESE (prov. Udine) o tramite fax 0433 51252 o per e-mail (previa conferma telefonica) info@gruppoatleticamoggese.net.
- Informazioni telefoniche ai numeri 0433 51730 – 339 1920073 – 347 4420617.
- La manifestazione sportiva si svolgerà con qualsiasi condizione di tempo.
- Ciascuna Società potrà partecipare con un numero illimitato di atleti, regolarmente tesserati F.I.D.A.L.
- Categorie Allievi/Allieve – Norme di Classifica: i vincitori saranno proclamati Campioni d’Italia. Verrà stilata una classifica di Società tenendo conto del miglior punteggio ottenuto fino ad un massimo di 4 Allievi e fino ad un massimo di 3 Allieve:
- 60 punti al primo classificato della categoria Allievi;
- 40 punti alla prima classificata della categoria Allieve;
- scalando via, per tutti, di un punto;
- un punto verrà pure assegnato a tutti gli atleti/e arrivati entro il tempo massimo.
- Categoria Cadetti/Cadette – Norme di Partecipazione: Ciascuna Regione può partecipare con rappresentative composte da un massimo di 3 Cadetti e 3 Cadette. Ogni Società può partecipare con un numero illimitato di Cadetti e Cadette.
Norme di Classifica: vengono assegnati 60 punti al primo classificato, 59 al secondo e così a scalare di un punto fino al sessantesimo classificato.- CLASSIFICA PER REGIONI: La somma dei migliori 2 punteggi conseguiti in ciascuna gara dagli atleti di una stessa squadra determina la classifica maschile e quella femminile. Le rappresentative che in una categoria partecipano con meno di 2 atleti non saranno classificate.
- CLASSIFICA PER SOCIETÀ: è prevista una classifica per Società maschili e una per Società femminili. Gli atleti iscritti per le rappresentative regionali possono portare punteggio nella medesima gara sia per la propria rappresentativa regionale che per la Società di appartenenza, sempreché la Società stessa presenti alla partenza almeno un altro atleta. La somma dei punteggi dei 4 migliori atleti per le Società determina la classifica per squadre.
- Per quanto non contemplato nel presente regolamento, valgono le norme contenute nel Regolamento organico della F.I.D.A.L. per la corsa in montagna.
- Eventuali reclami dovranno essere presentati alla Giuria, entro 30 minuti prima delle premiazioni, accompagnati dalla tassa di Euro 30,00, restituibili in caso di accoglimento.
- Con l’iscrizione i partecipati dichiarano di approvare il presente regolamento, in ogni sua parte, sollevando gli organizzatori da ogni e qualsiasi responsabilità per infortuni, danni alle persone, animali o cose, che dovessero accadere prima, durante e dopo lo svolgimento della manifestazione.
- Ritiro pettorali e conferma iscrizioni: si possono effettuare all’Ufficio Gara presso la sala del Municipio di Moggio Udinese in Piazza Uffici dalle ore 14.00 alle 20.00 di sabato 20/05 e dalle ore 7.30 di domenica 21/05/06.
- Risultati: la classifica della gara sarà disponibile sul sito web della società organizzatrice e sul sito della F.I.D.A.L.
Programma orario
Giovedì 18 Maggio
ore 20:00 | Termine iscrizioni |
Sabato 20 Maggio
dalle 14:00 alle 21:00 | Distribuzione buste e numeri gara presso il Municipio di Piazza Uffici a Moggio Udinese |
ore 18:30 | Riunione tecnica presso le Scuole Elementari di Moggio |
Domenica 21 Maggio
dalle ore 7:30 | Distribuzione numeri gara |
ore 8:30 | Ritrovo Giurie e Concorrenti presso Piazza Uffici di Moggio |
ore 9:15 | Partenza categoria Esordienti F, mt. 820, un giro da mt. 320 e uno da mt. 500 |
ore 9:30 | Partenza categoria Esordienti M, mt. 820, un giro da mt. 320 e uno da mt. 500 |
ore 9:40 | Partenza categoria Ragazze, mt. 1400 percorso ROSSO un giro |
ore 10:00 | Partenza categoria Ragazzi, mt. 1400 percorso ROSSO un giro |
ore 10:15 | Partenza categoria Cadetti, mt. 3548 percorso GIALLO due giri |
ore 10:45 | Partenza categoria Allieve, mt. 3548 percorso GIALLO due giri |
ore 11:20 | Partenza categoria Cadette, mt. 2214 percorso BLU un giro |
ore 11:40 | Partenza categoria Allievi, mt. 4108 percorso BLU due giri |
dalle ore 11:30 | Inizio distribuzione pranzo sotto il tendone allestito accanto alla Chiesa. |
ore 13:00 | Spettacolo in Piazza con la banda e le Majorette di Venzone. Si invitano i graditi ospiti di Moggio, a voler visitare le mostre riguardanti il terre-moto allestite presso la scuola media di Moggio e nella Torre Medievale situata presso il plesso Abbaziale di Moggio Alto. |
ore 14:15 | Premiazioni presso tendone sotto la Chiesa |
Comitato d’onore
A trent’anni dal terremoto
La giornata di quel giovedì 6 maggio 1976 trascorse tranquilla, in paese, come tante altre di quel bell’inizio di primavera, piuttosto precoce e calda. Verso sera, alle ore ventuno, la terra ebbe un sussulto: il terremoto! La scossa, pari a 6,4 gradi della Scala Mercalli, fece oscillare lampadari, scuotere mobili, provocando anche qualche crollo. Buona parte della gente impaurita uscì fuori all’aperto e non si era nemmeno ripresa dallo spavento quando, a distanza di meno di un minuto, preceduta da un forte boato e da una folata di vento caldo, si verificò una seconda scossa d’intensità pari a nove gradi: la terra cominciò di nuovo a tremare con inaudita violenza per ben cinquantasei secondi. Fu uno scrollone interminabile, un frastuono assordante. La luce nelle strade e nelle case venne subito a mancare; interrotte pure le comunicazioni telefoniche. L’oscurità della notte venne squarciata da apocalittici bagliori, provocando uno spettacolo terrificante. Le case della vecchia Moggio stavano andando in frantumi, creando sinistre colonne di fumo. I nostri concittadini stavano subendo la tragedia più spaventosa della loro vita. Indescrivibili le scene di panico e di terrore; un fuggi-fuggi generale, ognuno alla disperata ricerca dei parenti. La polvere sollevata dai crolli andò lentamente adagiandosi, coprendo il paese ed i prati di una spessa patina biancastra, mentre altre scosse di minore intensità, ma chiaramente avvertibili, si susseguirono senza tregua nel corso della lunga interminabile notte di terrore. Alle prime luci dell’alba del giorno successivo si ebbe netta la sensazione dell’immane disastro capitatoci addosso. Le impressionanti cicatrici balzarono ai nostri occhi in tutta la loro cruda realtà: case distrutte o gravemente danneggiate per il 90%. Volti stanchi e smarriti, gli occhi arrossati dal pianto e dalla fatica per una notte trascorsa in una frenetica lotta contro le forze scatenate della natura. Indescrivibile lo strazio dei familiari privati per sempre dell’affetto dei loro congiunti, rimasti vittime di quella mortale sferzata. Quattro i morti, molti i feriti, trentotto ricoverati negli ospedali, alcuni dei quali in gravi condizioni. Dopo il primo smarrimento, ultimata l’opera pietosa del recupero delle salme e quella di soccorso ai feriti, si provvide alla sistemazione e all’assistenza di tutti i 2450 abitanti, la maggioranza dei quali rimasta senza tetto e tanti altri con la casa inagibile. Gli Alpini della locale caserma, al comando del Cap. Bruno Job, per tutta la notte si prodigarono a distribuire coperte e bevande calde, e con l’aiuto spontaneo della gente cominciarono a piantare le tende nelle varie zone del paese e delle frazioni. Ognuno fu costretto a trasferirsi d’un colpo in una tenda, in una nuova contrada: la tendopoli. Una vita dura e scomoda, il tutto poi aggravato dalla necessità della coabitazione e dalla precarietà igienico – sanitaria. Utile e provvidenziale fu il tempestivo intervento dei Gruppi C. B., giovani giunti da ogni parte, che, con le loro apparecchiature ricetrasmittenti, mantennero i contatti fra il centro e le frazioni. Ammirevole fu in quei giorni lo spirito di solidarietà e di aiuto vicendevole sbocciato indistintamente fra tutti i cittadini.
Sabato 8 maggio fu convocato il Consiglio Comunale in una corriera, dato che pioveva e non c’era altro posto per radunarsi. A questa prima riunione pubblica, cui seguirono tante altre, parteciparono molte persone desiderose di dare una mano, fra le quali i Capi Tendopoli nominati per le esigenze delle varie zone. C’era bisogno della collaborazione di tutti: “Ognuno lasci da parte i colori fu detto fino a quando non saranno ricostruite le case; dopo, ciascuno se le dipingerà con il colore più gradito”. Molti accettarono subito questo invito e si dichiararono d’accordo anche sulla richiesta di baracche in legno, richiesta fatta il giorno dopo il terremoto, durante una intervista televisiva. Lo slogan “dalle tende alle case” non aveva senso. Era facile capire che un paese non si potesse ricostruire in pochi mesi, senza contare che il terremoto aveva colpito tanti altri comuni del Friuli.
Lunedì 10 maggio la sirena del Cartificio Ermolli riprese a suonare regolarmente i ritmi degli orari di lavoro. Le strutture murarie subirono gravi danni, ma per fortuna i macchinari rimasero indenni; e questo fu un motivo di vanto, e una fortuna, per i dipendenti che, con il sostegno morale e materiale dell’allora Presidente Dott. Marco Ermolli, seppero così velocemente rimettere in piedi la fabbrica, la fonte principale di vita e di sopravvivenza del paese.
Nel giardino delle scuole Medie venne piantata una tenda con la scritta “Municipio”. In via Roma venne allestito alla meglio un chiosco con quattro assi di legno: fu l’unico esercizio pubblico ad aprire i battenti e il suo servizio si protrasse per parecchi mesi. La latteria di Moggio Basso riprese la lavorazione due giorni dopo, ma molti allevatori furono costretti a trasferire il bestiame ai centri di raccolta appositamente istituiti. Le Banche e la Posta si sistemarono prima in tenda, poi in furgoni e roulottes. Qualche commerciante improvvisò un banco di vendita alla buona e cominciò ad accontentare i primi clienti. La farmacia trovò ospitalità sotto una tenda nei pressi del pronto soccorso della C.R.I. nell’accampamento degli alpini. Le suore di Maria Bambina raccolsero sotto un grande tendone i bambini della scuola materna. Per i fanciulli delle elementari si iniziarono attività integrative nelle varie tendopoli a cura degli insegnanti locali. Le Messe festive si celebrarono all’aperto presso le varie tendopoli. Anche il barbiere organizzò il suo salone in un box in lamiera. I Forestali della Scuola di Città Ducale di Latina, con grave rischio personale, provvidero al recupero di suppellettili alla popolazione e al recupero del prezioso patrimonio artistico delle tele del Grassi e dei dipinti della chiesa della Trasfigurazione di Moggio Basso, danneggiata in modo irreparabile. Gli Alpini in congedo delle nove Sezioni del Piemonte e della Valle d’Aosta piantarono a Moggio il Campo A.N.A. n.7 e con quasi 600 volontari si avvicendarono dal Giugno al Settembre in turni di lavoro per la riparazione delle case danneggiate. Le repliche sismiche del Settembre compromisero in parte il lavoro svolto con tanto entusiasmo durante l’estate dagli Alpini, ma la loro presenza servì a infondere coraggio e a far rifiorire la speranza nella rinascita. L’Immobiliare Centro Nord di S. Martino Buon Albergo ci inviò un prefabbricato che venne adibito a sede provvisoria del Comune in sostituzione della tenda, con grande sollievo degli Amministratori: in una baracca di legno si poteva lavorare meglio con notevole vantaggio anche per i cittadini. La vita in paese riprese, anche se completamente cambiata. Ma la grande preoccupazione, nel corso dell’estate, fu quella di trovare una adeguata sistemazione per le famiglie prima del sopraggiungere dell’inverno. Non ricevendo segnali positivi dalle Autorità preposte circa l’assegnazione di prefabbricati (che avrebbero dovuto sostituire le tende) il Comune, con le offerte pervenute da ogni parte al conto “Baracche Terremotati” e con l’aiuto di volontari moggesi, dell’A.Ge. e di tanti altri soccorritori, diede subito avvio alla costruzione delle prime casette in legno. A questa iniziativa si unì pure una giovane coppia di sposi di Purgessimo, Claudia e Lucio Zanon, venuti in viaggio di nozze a Moggio per portare aiuto e solidarietà alla nostra gente, condividendone per tre settimane i disagi. Una cinquantina di nostre persone anziane, dalla fine dell’estate e per oltre sette mesi, vennero accolte presso la Casa S. Maria di Vigolo Vattaro (TN) e amorevolmente assistite da alcune suore e da altre persone generose, fra cui i coniugi Giordani e la Sig.na Ester Endrizzi, che gratuitamente prestarono a turno i loro servizi e la loro preziosa collaborazione. Nel primo autunno arrivarono finalmente i prefabbricati della Regione, tanto richiesti e sospirati dalla nostra comunità, quanto incredibilmente demonizzati ad ogni livello fin dai primi giorni del terremoto. Grazie a quelle provvidenziali strutture, Moggio fu l’unico paese della zona terremotata che non conobbe l’esodo in massa verso il litorale adriatico, rimanendo una comunità viva e operosa sul proprio territorio anche durante l’inverno. Con il lavoro svolto in perfetta sintonia fra il Comune, la Parrocchia, le varie Associazioni e assieme all’opera preziosissima e insostituibile delle innumerevoli schiere di volontari accorsi anche dall’estero (Austria, Germania, Belgio, Svizzera, Olanda), fummo in grado, fin dall’inizio del 1977, di coinvolgere la popolazione nella prima delicata fase della ricostruzione. Ricostruzione che fu lunga e faticosa e che richiese uno sforzo imponente da parte di tutti. Determinante fu la linea comune saggiamente seguita anche dai politici della Regione F.V.G., i quali fecero quadrato sia nella stesura delle leggi sulla ricostruzione che nella richiesta di contributi allo Stato. E fu una scelta vincente. Le autonomie locali vennero valorizzate in pieno. Lo Stato non si trattenne le competenze e le affidò alla Regione. E questa le passò ai sindaci, riconoscendoli come propri funzionari delegati. L’Amministrazione Comunale invitò i moggesi a costituirsi in cooperative, per meglio organizzare l’enorme mole di lavoro di riparazione delle case danneggiate e di ricostruzione di quelle distrutte Fu una scelta condivisa quasi da tutti, determinante ed opportuna per le innumerevoli difficoltà che il cittadino, da solo, avrebbe altrimenti dovuto superare. Preziosa fu l¹opera degli artigiani locali e del Consorzio Ricostruzione Friuli fin dal periodo dell’emergenza. I puntuali e adeguati contributi erogati dalla Regione ci diedero infine la possibilità di realizzare una ricostruzione corretta, aderente alla realtà, alle esigenze dei nostri concittadini e nel pieno rispetto delle tradizioni e della cultura locale. Di grande aiuto ci furono anche le iniziative private e di vari Enti. Un gruppo di amici lombardi coordinati dall’ing. Gianfranco Stella, ci costruirono la scuola Materna, inaugurata a tempo di record il 2 ottobre 1976: fu il primo edificio in muratura del dopo terremoto. La Caritas Tridentina propose ad ogni parrocchia della Diocesi di Trento un particolare gemellaggio con una o più famiglie della nostra comunità, assicurando un valido aiuto per l’allestimento del prefabbricato, per la riparazione della casa o per la ricostruzione di una nuova. Una splendida iniziativa, magistralmente coordinata da Mons. Tullio Endrizzi e da Mons. Adriano Caneva e dal parroco di Rabbi Don Rinaldo Binelli: un meraviglioso ponte che unì due popolazioni affini; un grande cuore di montanari che batté all’unisono. L’AIPCA di Udine, per interessamento dell’ing. Chizzola, ci fece dono di un “Ristorante” costruito nei pressi del campo sportivo e che rimase per molti anni l’unico posto di ristoro del paese. La Caritas della Germania ci costruì il Centro Sociale, che fin dal dicembre 1976 ci permise di assistere, al riparo dal freddo, alle funzioni religiose e di discutere con la gente i problemi della ricostruzione. Nel prefabbricato ambulatorio “Giovanni Ancarani” provvidenzialmente donatoci dall’Istituto Leone XIII di Milano, i Medici – dentisti Amici di Brugg, per desiderio del Dott. Augusto Biaggi e per iniziativa del Dott. Daniele Mareschi, organizzarono un servizio gratuito di prevenzione e cura, che durò per ben dieci anni, a favore dei bambini di Moggio e di altri Comuni della zona, con interventi anche per gli adulti nei casi urgenti, amorevolmente accolti dall’infaticabile Suor Sofia. La ditta Della Valentina, che costruì una buona parte dei prefabbricati su incarico della Regione, ce ne offrì uno nel villaggio Bersaglio che venne adibito a Bar. In seguito vennero ricostruite le scuole Elementari e la chiesa di Moggio Basso; riparato ed ampliato il Municipio con nuovo parcheggio a monte; ultimata la Casa di Riposo, i cui lavori furono iniziati prima del sisma; ristrutturati il centro storico dell’Abbazia, le chiese di Dordolla e Ovedasso e le scuole Medie; costruito il nuovo acquedotto; rifatta la canalizzazione del Rio Aar; sistemate e ricostruite vie e piazze nel centro e nelle frazioni con centinaia di case ricostruite o riparate. Anche per Moggio, in Italia e all’Estero, si parlò e si parla tutt’ora del “modello Friuli”, cioè di una ricostruzione efficiente, rapida e senza sprechi.
A trent’anni da quella terribile notte, rivolgiamo un deferente pensiero alle vittime del terremoto e ai loro familiari. Un rinnovato ringraziamento alle numerose Associazioni, Comuni, Enti e Ditte che ci sostennero moralmente e materialmente e soprattutto ai numerosissimi volontari che, sacrificando vacanze e interessi personali, vennero a Moggio nel periodo cruciale dell’emergenza e in quello più lungo della ricostruzione. Impossibilitati ad elencarli singolarmente, come sarebbe nostro vivo desiderio, rivolgiamo un grato ricordo agli amici gemellati di Moggio Valsassina e dell’omonima Valle; agli amici del Cantone di S. Gallo in Svizzera; al personale della C.R.I.; ai volontari del recupero dei preziosi volumi della biblioteca abbaziale; ai Vigili del Fuoco, al Soccorso Alpino e alle Guardie Forestali; ai giovani di Comunione e Liberazione; al Gruppo ANA di Sale e a quello di Fagnano Olona; ai vari Reparti Scout; ai Gruppi delle Parrocchie di Milano e di quelle di varie Regioni; ai Soci di molte sezioni del C.A.I.; agli alpinisti dell’Alpen Verrein di Villaco, il cui soccorso, per la costruzione delle casette in legno nel Capoluogo e nella Val Aupa, si protrasse fino all’inizio dell’inverno; ai Salesiani di Gorizia, nonché alla infaticabile maestra Mariella di Torino che continua ancora ad interessarsi ai nostri problemi.
Grazie a questi aiuti e al provvidenziale sostegno morale ricevuto, il traguardo della rinascita del paese, dopo lunghi anni di sacrifici e di privazioni, è stato raggiunto e ogni famiglia si è trovata attorno al suo ricostruito focolare domestico, meta e cardine, da sempre, della nostra gente friulana. Il terremoto ci portò lutti e rovine, sacrifici e privazioni, ma ci fece trovare anche molti Amici, il cui affetto permane ancora vivo e riconoscente nel cuore di tanti moggesi.
Carlo Treu
Sindaco di Moggio nel periodo del terremoto.
Trofei in palio a ricordo di …
ELSA TREU, ventitreenne laureanda in lettere, giovane entusiasta della vita, impegnata nel sociale e nell’attività ecumenica diocesana e nazionale, sportiva e appassionata di pallavolo. Con i genitori era giunta nel pomeriggio da Udine, dove abitava. Stava studiando nella casa di Via Zardini in attesa che il padre rientrasse da una riunione in Comune. Nel tentativo di trovare riparo all’aperto, assieme alla madre, fu travolta dalle macerie. Per Elsa vana fu la corsa durante la notte all’Ospedale di Udine, dove giunse, purtroppo, senza vita.
UMBERTO SARTORI, non ancora ventenne, giovane sportivo appartenente al Gruppo Atletica Moggese e all’associazione Calcio Mogese, esuberante ed allegro, in attesa di partire per il servizio di leva, stava trascorrendo la serata con gli amici presso un locale di Moggio Alto; uscì precipitosamente per rientrare in casa alla ricerca dei genitori. Fu colpito alla testa da un sasso. Soccorso e trasportato all’Ospedale di Udine, decedeva alcuni giorni dopo senza aver mai ripreso conoscenza.
LUIGI VUERICH, (deceduto nel 1998), ex componente della leggendaria squadra podistica denominata “I CAMOSCI DI MOGGIO”, con la quale aveva conquistato diverse vittorie, assieme ai suoi compagni Giovanni Missoni e Rino Biancolino entrambi di Moggio, nelle gare di corsa in montagna a livello nazionale. Per tanti anni ha ricoperto la carica di Presidente del gruppo anziani del lavoro ed anche della locale sezione del Club Alpino Italiano. Per i suoi meriti acquisiti nel mondo del lavoro venne insignito con la onorificenza di maestro del lavoro. Luigi non fu solo maestro del lavoro, ma anche maestro di vita.
GIOVANNI MISSONI, (deceduto nel 1986), assieme ai suoi compagni Luigi Vuerich e Rino Biancolino, condivise la gioia di tante vittorie ottenute nelle massime competizioni podistiche alpine nazionali. Sempre gioviale e generoso, diede un grande sostegno alle varie attività sportive di Moggio. Fu socio e fondatore della società sportiva Gruppo Atletica Moggese. Per alcuni anni ricoprì anche la carica di segretario della società.
NINO DEGANUTTI, (deceduto nel 2001), assieme al suo caro amico Francesco Mariotto, è stato sempre vicino ai problemi dello sport e dei cittadini di Moggio, in particolare modo dopo i tragici momenti del sisma del 1976. Ricoprì tutte le cariche in seno al comitato provinciale del C.O.N.I. di Udine. Ricoprì anche le cariche di dirigente del Panathlon di Udine e dell’associazione Carristi di Udine. Uomo esemplare, di grande valore, con l’umiltà che contraddistingue le persone più elevate, rifugiva i riflettori della mondanità e stava vicino allo sport più umile e di periferia. Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di stargli vicino, lo ricordano con grande commozione e affetto.
FRANCESCO MARIOTTO, (deceduto nel 2006), ex campione italiano dei metri 100, si diplomò quale insegnante di educazione fisica presso l’accademia I.S.E.F. di Roma. In seguito, si specializzò nel settore della riabilitazione motoria, divenendo un chinesiologo di fama mondiale. Scrisse molti libri inerenti questa specialità medica. Ricoprì diversi incarichi di grande prestigio. Venne insignito dalla alta onorificenza di gran ufficiale della Repubblica Italiana e anche della stella di merito dello sport. Per i suoi grandi meriti acquisiti con la sua opera svolta in favore della popolazione moggese, l’amministrazione comunale di Moggio gli conferì la cittadinanza.
ROBERTO FILAFERRO, (deceduto nel 2005), grande altruista e generoso, si prodigò con grande slancio nel mondo del volontariato, prestando sin da giovanissimo la sua opera nell’attività del Corpo Pompieri Volontari di Moggio. Per le sue encomiabili doti, si distinse nella pratica dell’atletica leggera e nel gioco del calcio. Scomparve improvvisamente all’età di 29 anni, lasciando nel grande dolore i suoi cari ed i suoi innumerevoli amici.
Premiazioni
- Esordienti M/F: coppa ai primi 3 classificati, premi in natura ai primi 10 classificati.
- Ragazzi M/F: coppa ai primi 3 classificati, premi in natura ai primi 10 classificati.
- Cadetti M/F: premi in natura ai primi 15 classificati.
- Allievi M/F: premi in natura ai primi 15 classificati.
- Premi alle prime 8 società maschili e 6 femminili della categoria Allievi/e.
- Premi alle prime 6 società maschili e femminili della categoria Cadetti/e.
- Saranno premiate tutte le rappresentative Regionali Cadetti/e presenti.
- Saranno messi in palio i seguenti trofei in memoria di:
- ELSA TREU alla 1ª classificata cat. Allieve;
- UMBERTO SARTORI al 1º classificato cat. Allievi;
- LUIGI VUERICH alla 1ª classificata cat. Cadette;
- GIOVANNI MISSONI al 1º classificato cat. Cadetti;
- ROBERTO FILAFERRO alla 1ª Società classificata cat. Allieve;
- FRANCESCO MARIOTTO e NINO DEGANUTTI alla 1ª Società classificata cat. Allievi.
Montepremi
Classifica individuale Cadetti M/F:
- 1º Classificato € 75,00
- 2º Classificato € 65,00
- 3º Classificato € 50,00
- 4º Classificato € 40,00
- 5º Classificato € 35,00
- 6º Classificato € 30,00
- 7º Classificato € 25,00
- 9º e 10º Classificato € 20,00
- 11º, 12º, 13º, 14º e 15º Classificato € 15,00
Classifica individuale Allievi M/F:
- 1º Classificato € 130,00
- 2º Classificato € 100,00
- 3º Classificato € 75,00
- 4º Classificato € 50,00
- 5º Classificato € 40,00
- 6º Classificato € 35,00
- 7º Classificato € 30,00
- 8º e 9º Classificato €25,00
- 10º, 11º e 12º Classificato € 20,00
- 13º, 14º e 15º Classificato € 15,00
Classifica di società Cadetti M/F:
- 1ª Società classificata € 155,00
- 2ª Società classificata € 103,00
- 3ª e 4ª Società classificata € 77,00
- 5ª e 6ª Società classificata € 52,00
Gadget
Inoltre a tutti gli atleti verrà regalata una simpatica maglietta disegnata dalla brava artista moggese Marisa Moretti.
Percorsi
Altimetrie
Planimetrie
Ospitalità
Moggio Udinese
Geografia
Il territorio moggese occupa una vasta porzione del settore alpino nord-orientale del Friuli Venezia Giulia. Con i suoi 143,84 chilometri quadrati di superficie risulta fra i più estesi non solo della montagna friulana ma dell’intera Regione. È interessato da tre zone geografiche: la parte meridionale, a sud del fiume Fella, appartiene alle Prealpi Giulie; la parte centrale fino alla testata della Val Aupa, rientra nelle Alpi Carniche e più specificatamente nelle Alpi Tolmezzine o d’Incarojo; mentre la parte settentrionale, comprendente l’alto bacino del torrente Pontebbana, si inserisce nell’ambito della Catena Carnica Principale.
Storia
Le origini di Moggio sono remote. Alcune monete romane trovate nel chiostro abbaziale e sul colle di Santo Spirito attestano l’esistenza di insediamenti romani. Ulteriore conferma è la pietra sepolcrale inserita in un pilastro del chiostro di indubbia origine romana. Non si può escludere che precedentemente ci fossero insediamenti Celto-Carni. Il primo documento che si riferisce a Mogio è del 1072: “castrum quod Mosniz nuncupatur” (castello che è chiamato Mosniz). L’origine del nome è probabilmente slava e trova suffragio negli altri toponimi della valle. Le varianti del nome sono state numerosissime: friulana Mueç, resiana Mosiz, tedesca Mosburg o Mosac, latina Modium o Mosacium (da cui deriva il nome dell’abbazia mosacense). Il documento citato avvalla l’esistenza, negli anni mille, di un castello medievale e trova conferma nel documento più famoso datato 1084: la donazione del feudo di Moggio da parte del conte Cacellino, nobile carinziano e maestro supremo della corte imperiale, al patriarca di Aquileia Federico, suo parente, perché costruisca al posto del castello un monastero. Da qui comincia la storia di Moggio che si identifica con quella dell’abbazia.
1119: Il patriarca di Aquileia Voldarico fa consacrare il monastero di San Gallo da Andrea, vescovo di Emona. Il primo abate è Bebolfo e i frati sono benedettini dalla veste nera.
1329 – 1349: È abate Ghiberto da Marano. L’abbazia raggiunge il massimo della prosperità: centoquarantasei proprietà fondiarie, di cui centouno in Friuli e quarantacinque in Carinzia; la piena giurisdizione spirituale, alla dipendenza diretta della S. Sede, sulle chiese del Canal del Ferro, della Val di Gorto, Osoppo, di Dignano, di Flaibano e di San Martino in Feistritz, e la giurisdizione temporale, quale feudataria del Patriarca di Aquileia.
1761: Daniele Delfino, penultimo abate commendatario, fa costruire la nuova chiesa abbaziale barocca sul sito della precedente chiesa gotica, di cui è conservato il battistero e il campanile.
1773: Il Senato Veneto sanziona la fine dell’abbazia di Moggio. I beni abbaziali sono acquistati per quarantaquattromilla ducati dai signori Mangilli e Leoni, che assumono il titolo di Marchesi di San Gallo. La giurisdizione ecclesiastica passa all’arcivescovo di Udine
Nel corso della storia Moggio ha subito numerosi saccheggi e distruzioni, sia per i numerosi eventi bellici che si sono succeduti, sia per i terremoti che lo hanno colpito. Di questi, due in particolare vengono ricordati: il primo nel 1511 ed il secondo, più recente, nel 1976. Ma nonostante le disavventure il monastero e tutto il paese di Moggio si è sempre risollevato e ciò ha consentito la sua sopravvivenza ed il mantenimento, per le generazioni future, di tutta la sua bellezza.