Campionesse italiane FIDAL
Specialità : corsa montagna a staffetta
Categoria: allieve
Anno: 2001
Luogo: Barga (LU)
Buongiorno Eleonora, buongiorno Erica, i vostri inizi. Come vi siete avvicinate all’atletica e quando avete capito che lo sport era la strada giusta? C’è qualcuno che vi sentite di ringraziare in particolare?
Eleonora: Buongiorno, mi sono avvicinata all’atletica a 9 anni. Praticavo la corsa in montagna d’estate e lo sci di fondo durante il periodo invernale. A 13 anni andavo 2/3 volte a settimana a Gemona per allenarmi con Ivo Londero che ringrazio per averci insegnato il valore delle parole: impegno, costanza, serietà e soprattutto ad andare avanti dopo ogni sconfitta. Londero e Pugnetti sono stati maestri di vita prima di essere allenatori. La strada giusta l’abbiamo costruita anno dopo anno e piano piano ci siamo rese conto che non potevamo mollare.
Erica: io ho iniziato un po’ dopo, in prima media ai giochi della gioventù. Ricordo di aver partecipato alla fase distrettuale di corsa campestre a Gemona e, se non sbaglio, sono arrivata tra le prime tre qualificandomi alla fase provinciale. La sera stessa Gino si è presentato a casa a chiedere ai miei genitori di tesserarmi nell’atletica Moggese e da lì è nata la mia avventura nel mondo dell’atletica. Quindi il mio grazie va sicuramente a Gino e alla sua tenacia e passione per l’atletica, ma anche a Ivo Londero e a Renata Toffolo che negli anni successivi mi hanno seguita al meglio.
Cosa ricordate degli gli anni in cui gareggiavate nelle categorie giovanili, come cucciole, esordienti, ragazze? Le domeniche in giro per il Friuli a correre? Come vivevate le gare, con emozione?
Eleonora: L’emozione era forte, non ero sempre in grado di gestire questo “peso”, volevo comunque vincere sempre e dare il meglio di me. Ricordo lunghe trasferte in furgone, domeniche intere dedicate alle gare e poi allo studio, mentre i coetanei si divertivano il sabato sera e andavano in giro con gli amici non curandosi minimamente di che cosa volesse dire avere un impegno da portare avanti come atleta. “Con il senno di poi”, ringrazio lo sport per avermi dato una vitalità e una energia fin da ragazzina, la voglia di combattere ed essere attiva che ho poi ritrovato nella quotidianità della vita.
Erica: Ricordo tante belle amicizie che tutt’ora continuano e tante emozioni. Grazie all’atletica poi ho avuto la possibilità di viaggiare molto prima in Friuli e poi in giro per l’Italia e conoscere tante persone con cui scontrarmi e confrontarmi. L’atletica Moggese non disponeva ancora del furgone quindi dovevamo fare affidamento sulle famiglie che a turno ci portavano agli allineamenti in pista a Gemona , durante la settimana, e alle gare nei fine settimana.
La famiglia, quindi è stata importante nelle vostre scelte sportive?
Erica: Si decisamente. Ora da genitore posso capire i sacrifici e l’impegno che i nostri genitori hanno messo per permetterci di vivere le nostre passioni. Senza l’aiuto e il sostegno della famiglia difficilmente avrei potuto arrivare ai risultati ottenuti
Eleonora: La famiglia unita e compatta è stata tutto! Determinante in ogni scelta, soprattutto durante l’adolescenza, dove sappiamo che le distrazioni sono molteplici.
Andiamo con la mente a quel (mese) 2001, siamo a Rodegno Saiano, un paesino in provincia di Brescia. Quel giorno assieme avete vinto il titolo italiano di corsa in montagna a staffetta nella categoria allieve. Quale emozione avete provato? Cosa ricordate con maggior affetto di quella giornata? Che significato ha aver vinto assieme?
Eleonora: Quel giorno eravamo molto emozionate, forse perché consapevoli di poter fare bene. In fondo avevamo solo 16 anni, difficile gestire e governare pienamente lo stato emotivo. Dopo la ricognizione del percorso nel pomeriggio di sabato, domenica mattina abbiamo preso parte alla gara. Sono partita in prima frazione (ricordo un tracciato nervoso e veloce con salite e discese), ho dato il cambio ad Erica nelle prime posizioni. Erica più forte di me ha raggiunto e staccato le avversarie giungendo prima al traguardo. E’ stata una emozione unica, una bellissima vittoria di squadra, ci allenavamo assieme ma nelle gare regionali e provinciali eravamo comunque” avversarie”. Durante questa gara abbiamo condiviso fatica e soddisfazione consapevoli che il lavoro di squadra e la condivisione sono fondamentali per la crescita personale e atletica.
Erica: Eleonora hai fatto un riassunto della gara impeccabile quindi io vi racconto le emozioni del dopo gara. L’emozione nel vestire la maglia tricolore e nel cantare l’inno di Mameli davanti a tante persone è stata fortissima e il solo ricordo mi fa venire i brividi. E’ stato un piccolo coronamento dei sacrifici fatti e una dimostrazione di come con impegno e dedizione si possono ottenere grandi cose.
Le sconfitte nello sport sono di gran lunga superiori alle vittorie. Voi come vivevate le sconfitte?
Eleonora: Vivevamo le sconfitte come una lezione di vita, come se non avessimo lavorato abbastanza. Quindi come dall’insegnamento dei genitori: bisognava rimboccarsi le maniche e non piangersi addosso. Lavorare sodo senza dare spazio alle lamentele, come da buone friulane!
Erica: da piccola ero perennemente arrabbiata dopo una sconfitta o una gara sbagliata. Poi con gli anni ho imparato a gestirle un po’ meglio…
Raccontate ricordo personale nello sport che vi è rimasto impresso; una vittoria, una sconfitta, un semplice fatto che ha segnato in voi un cambiamento.
Eleonora: La vittoria in questa gara ci ha reso consapevoli del nostro valore atletico.
Erica: ripensando a tutte le mie gare quella che mi viene in mente è la finale dei 1500m ai campionati italiani assoluti a Milano. Non tanto per la gara in se ma più che altro per aver centrato la qualificazione e essermela potuta giocare tra le big del momento.
Entrambe avete conseguito una laurea magistrale, Erica in matematica e Eleonora in Scienze motorie, complimenti!! Studio e sport agonistico, si possono conciliare? La domenica spesso eravate impegnate sui campi di gare e poi l’indomani magari avevate una verifica a scuola. E’ stato complicato gestire studio e sport? Tanti sportivi dicono che in realtà lo sport ti da una marcia in più anche nello studio, siete d’accordo?
Eleonora: Con una accurata organizzazione si può conciliare sport agonistico e scuola, la volontà è tutto! E’ stato a volte complicato gestire sport e scuola. La pazienza, la voglia di non arrendersi mai e di dare il meglio, dimostrando il proprio valore come ci hanno insegnato gli allenatori e la famiglia, ha prevalso sul volere “appendere le scarpe al chiodo”. Tutto questo ci è costato sacrificio, senz’altro la fatica è alla base di ogni azione umana e insegna ad apprezzare i risultati ottenuti. Ritengo sia la base per avere successo nella vita e nello sport. Chi è abituato a soffrire nello sport troverà il resto più facile.
Erica: sì, sono dell’opinione che il fatto di dover conciliare studio e sport aiuti ad ottimizzare i tempi e ad organizzarsi. Certo, alcune volte è stato difficile rimettersi sui libri dopo una gara impegnativa ma diciamo che la tenacia e lo spirito di competizione che avevamo sul campo di gara mi hanno aiutato anche nello studio.
Oggi siete entrambi mamme. Quale può essere il ruolo dello sport nella crescita di vostro figlio? Sport agonistico oppure semplice divertimento?
Eleonora: Il ruolo dello sport è fondamentale per la crescita sana dell’individuo. L’attività motoria multilaterale è molto importante per la crescita del bambino e per consolidare uno stato ottimale di salute fisica e psicologica, ovviamente se fatto con personale qualificato. Per il momento sarà puro divertimento fino ai 12 anni, poi se verranno manifestate spiccate qualità atletiche ci faremo un pensiero.
Erica: devo dire che, per fortuna, il ruolo dello sport è molto cambiato rispetto a quando eravamo giovani per cui, fin da piccoli, i bambini possono avvicinarci allo sport seguiti da persone preparate. Qualsiasi sia lo sport scelto, è giusto che venga vissuto come un divertimento e deve servire a formare le capacità motorie e la mente dei nostri ragazzi. Col tempo poi se sono rose fioriranno….
Il GAM festeggia il 50°anniversario di fondazione. Un vostro libero pensiero.
Eleonora: E’ una società molto solida, siamo felici per questo importante traguardo. Grazie a chi negli anni ha portato avanti l’attività e a chi la sta portando avanti tutt’ora, a chi ha dato una mano senza sosta per poter lasciare alle generazioni future un gioiello quale è il G.A.M. Il lavoro svolto con passione e dedizione ha portato buoni frutti per chi ha saputo cogliere consigli e suggerimenti al fine di diventare ottimi cittadini prima di Atleti.
Erica: Ho avuto la fortuna di “vivere” l’Atletica Moggese sia da atleta che da dirigente ed è stata un’esperienza unica. Da moggese non posso che essere orgogliosa dei numerosi risultati ottenuti da un paese che conta meno di 2000 abitanti; vorrei ricordare tra i tanti traguardi ottenuti che il Gruppo atletica Moggese ha vinto il titolo ai campionati regionali di società in pista nella categoria ragazzi. Questo vuol dire essere riusciti a schierare in tutte le specialità dell’atletica leggera almeno un atleta di livello e senza nemmeno avere a disposizione una pista su cui allenarsi.
Cosa vi sentite di dire ai ragazzi del G.A.M. che oggi si avvicinano allo sport?
Eleonora: Non abbiate paura della fatica e dei sacrifici. Impegno e sacrificio sono alla base del successo. Da qualche anno io ho lasciato il testimone a Lara Mari per avere continuità e qualità nella preparazione dei ragazzi. Ai genitori dico: affidate i vostri ragazzi a personale qualificato come abbiamo sempre avuto in Atletica Moggese.
Erica: divertitevi. Per esperienza posso dirvi che l’atletica è uno sport che vi può dare tanto e sarà tutto per merito vostro